La camomilla comune è una pianta erbacea annuale, alta circa 60-70 cm, con fusti striati, glabri, ramificati e foglie sessili, bipennatosette a lacinie lineari-setacee, disposte in modo alterno sul fusto. La radice è fascicolata. I fiori riuniti in capolini sono portati da un’infiorescenza corimbosa. Ogni capolino è formato da un ricettacolo conico e vuoto all’interno, su cui sono inseriti fiori piccoli tubulosi e gialli (ermafroditi), circondati da una corona di fiori ligulati bianchi (femminili). I frutti sono acheni molto piccoli, giallastri, lievemente incurvati, con 5 piccole coste sulla parte concava. La fioritura avviene da maggio ad agosto.
Il peso di 1000 semi è di 0,08-0,10 g.
La camomilla è una pianta originaria dell’Europa e dell’Asia, poco frequente ad altitudini superiori ai 300-400 m s.l.m..
Tutta la pianta emana odore penetrante ed ha sapore amarognolo. La camomilla è coltivata soprattutto in Germania, Ungheria, Iugoslavia, Unione Sovietica, Egitto ed Argentina
Le parti utilizzate della camomilla sono i capolini, che hanno proprietà aromatiche, amaricanti, stomachiche e, a piccole dosi antispasmodiche, antiflogistiche, diaforetiche, cicatrizzanti, antibatteriche, vermifughe, stimolanti del metabolismo cutaneo.
Per uso interno, la camomilla trova impiego come blando sedativo, nei disturbi gastro-intestinali, inappetenza, astenia, cefalee, insonnia, dismenorrea e turbe della menopausa mentre per uso esterno è usata per pelli e mucose irritate e nelle infiammazioni della cavità rinofaringea e della regione uro-genitale (bagni, lavande).
La camomilla è inoltre utilizzata nell’industria cosmetica, liquoristica, farmaceutica, e colorante.
La pianta di camomilla è annuale, ma la coltivazione in campo si può protrarre anche fino a 5- 7 anni, poiché, non essendo possibile raccogliere tutti i capolini, quelli rimasti sulla pianta, disseminando perpetuano spontaneamente la specie.
Terreno ed ambiente
La camomilla cresce facilmente in quasi tutti i terreni. Cresce spontanea in tutta Italia e si trova abbondante nei terreni forti, asciutti e ricchi di scheletro; cresce con difficoltà nei terreni acidi; l’essenza ottenuta dalle piante coltivate in questi terreni è di qualità scadente. La camomilla tollera terreni salini e vegeta discretamente anche in presenza di pH elevati (9-9,2).
Propagazione
La camomilla si propaga gamicamente mediante l’impiego del seme. La semina viene eseguita nei mesi di settembre-ottobre o in primavera, mediante semina diretta con la tecnica della distribuzione a spaglio e/o a file. La messa a dimora del seme può avvenire anche con l’ausilio di seminatrici; poiché il seme è molto piccolo, è sconsigliato l’interramento dopo la semina, al fine di evitare fenomeni di dormienza secondaria. Una distribuzione troppo superficiale, invece, può causare una perdita di seme ad opera del vento; pertanto si consiglia una energica rullatura con una macchina a rulli non dentati..
E’ possibile ricorrere anche al trapianto delle giovani piantine ottenute dalla semina in alveolo durante i mesi estivi. Il trapianto si effettua nei mesi di fine settembre inizio d’ottobre oppure in aprile.
Sesti d’impianto
L’impianto della coltura si esegue in settembre-ottobre, distribuendo a spaglio su terreno sminuzzato 1 kg di seme miscelato con materiale inerte a granulometria e peso specifico simili, oppure a file distanti 30-40 cm con distanza di 5-10 cm sulla fila. Risulta comunque più conveniente la semina lungo la fila in continuo. Comunque si operi la densità dell’impianto dovrebbe essere di 20-25 piantine/m2.
La semina della camomilla si può effettuare anche in primavera, quando il rischio delle gelate è scongiurato e, a condizione di disporre di un impianto irriguo, al fine di scongiurare il rischio della siccità estiva (tale evenienza inciderebbe sulla sopravvivenza delle giovani piantine con apparato radicale ancora poco sviluppato). In caso di semina a fine estate, le piantine spunteranno a seguito delle prime piogge.
Cure colturali
La camomilla è dotata di una grande capacità competitiva, ad eccezione delle prime fasi vegetative, nei confronti delle infestanti: tale comportamento riduce notevolmente il problema della lotta contro di esse, spesso è sufficiente una semplice sarchiatura meccanica a primavera. Se la semina è stata effettuata a spaglio, questo procedimento risulta impossibile, pertanto sarà bene procedere con tale tipo di impianto solo in terreni non eccessivamente infestati da malerbe.
Gli interventi irrigui sono da eseguirsi quasi esclusivamente al momento del trapianto, al fine di garantire un migliore attecchimento delle giovani piante. Nel caso di semine tardive, possono essere utili una o due irrigazioni per aspersione, al fine di favorire una più pronta germinazione.
La camomilla resiste facilmente al freddo invernale soprattutto se si trova allo stadio di rosetta basale ben accestita. E’ più sensibile alle gelate tardive primaverili, soprattutto, se queste avvengono quando la pianta è nella fase di levata cioè di formazione dello scapo fiorale.. Pioggie persistenti al momento della fioritura possono danneggiare la raccolta dei capolini provocando spesso anche il loro annerimento.
Fertilizzazione
L’apporto di elementi nutritivi, non particolarmente essenziali, in terreni di media fertilità, può avvenire al momento della semina, con l’interramento di 30-50 kg ad ettaro di fosforo e, in primavera, con l’apporto di 40-50 kg ad ettaro di azoto. La concimazione letamica è sempre consigliabile a condizione che il letame interrato sia ben maturo. In terreni di scarsa fertilità è possibile apportare fino a 100 unità di azoto per ettaro e 80 unità di fosforo. Il potassio è consigliato se la coltura è destinata alla produzione di capolini, mentre se la coltivazione è destinata all’estrazione dell’olio essenziale si ha un peggioramento della resa. Dosi superiori di azoto sono sconsigliate, perché esalterebbero troppo la vegetazione a discapito della fioritura.
Raccolta e resa
La coltivazione della camomilla può essere destinata alla produzione del capolino o dell’olio essenziale. La raccolta dei capolini si effettua, quando questi sono disponibili, con macchine provviste di pettini che asportano le infiorescenze e parte della pianta; tradizionalmente, la raccolta è effettuata a mano, mediante l’impiego di appositi pettini con denti di legno o intagliati nella latta. La raccolta si esegue durante il periodo della fioritura, fra maggio e luglio, quando i capolini sono ancora in maggioranza chiusi, comunque sempre prima che le ligule bianche si abbassino verso terra.
L’essiccazione viene effettuata su telai in strati non molto spessi, in essiccatoi a corrente d’aria calda a temperatura non superiore ai 50-55 ° C (per lo più intorno ai 40-45 ° C). La resa in verde oscilla intorno ai 70-80 q/ha,.mentre quella sul secco è del 20-25 % .
La raccolta della camomilla per la distillazione si effettua in piena antesi, raccogliendo solo gli ultimi 15-20 cm di pianta. La resa in olio essenziale oscilla intorno allo 0,1-0,3 % sul fresco e allo 0,5-1% sul secco. Le prove di raccolta effettuate nelle ore più calde e pomeridiane, hanno più volte fatto registrare minori rese in olio essenziale.
L’olio essenziale di camomilla ha una colorazione blu intenso dovuto al camazulene, composto che si forma durante la distillazione.
E’ possibile anche la raccolta del seme di camomilla: da un ettaro si raccolgono fino a 150 kg.
Non sono stati riscontrati grossi danni alle coltivazioni di camomilla da parte di parassiti e di patogeni; la coltura è comunque soggetta ad attacchi da parte di vari parassiti. Tra quelli fungini sono da segnalare l’ Alternaria sp. che attacca le foglie, la Peronospora leptosperma, agente della peronospora, che danneggia tutta la parte epigea della pianta. L’infezione può interessare i fusti, gli involucri fiorali, gli organi colpiti anneriscono e disseccano.
La lotta si basa sull’impiego di seme sano, sulle rotazioni, sulla coltivazione in terreni bene esposti al sole.
Altro patogeno riscontrato è il Fusarium sp., streptococco a forma di cuscinetto, diffuso spesso con colori vivaci. Fra le alterazioni maggiormente riscontrabili quelle che interessano i vasi conduttori (tracheofusariosi), processi di marciume inerenti gli organi carnosi e l’apparato ipogeo. Lo sviluppo di malattie fungine è favorito dalle cattive condizioni ambientali e dalla concomitanza con fitofagi, che provocano ferite causa di rapida diffusione del patogeno.
La lotta contro i Fusarium è difficoltosa a causa della grande prolificità dei germi e della loro frequente localizzazione in sedi istologiche irraggiungibili dai fitofarmaci. I metodi di lotta più comunemente usati sono quelli indiretti come l’applicazione di rotazioni colturali ampie, l’impiego di varietà resistenti, calcitazioni dei terreni acidi e il ricorso a pratiche agronomiche (drenaggio, lavorazione profonde ecc.) che consentono di creare un habitat migliore per le piante.
Tra gli insetti che possono colpire le coltivazioni di camomilla, si possono citare alcuni lepidotteri come Cuculli chamomillae e Cucullia artemisiae, le cui larve con le loro erosioni perforano foglie e bottoni fiorali. Le ovodeposizioni avvengono in autunno e continuano all’inizio della primavera; le larve sgusciano in marzo.
Inoltre, alcuni emitteri, come Brachycaudus helichrysi Katt., Brachycaudus cardui L. e Aphis fabae Scop., danneggiano foglie e steli; l’Aphis fabae, ad esempio, è un emittero di colore nero o bruno violaceo, le cui colonie infestano le foglie, gli scapi fiorali e i fiori, provocando accartocciamenti fogliari, deperimenti e, nei casi più gravi, disseccamenti vegetativi. Tale emittero è, inoltre, pericoloso come vettore di virus. La lotta si attua con diversi principi attivi. Vi è poi un eterottero, il Nysius minor Dall., i cui soggetti adulti vivono sulle infiorescenze provocando, con le loro punture, la comparsa di necrosi a carico dei fiori; tali insetti svernano nel suolo o sotto la corteccia, fuoriuscendo in marzo-aprile e in maggio. Un minatore fogliare è anche l’Autographia chryson le cui larve praticano piccoli fori sulle foglie per poi divorare porzioni di lembo, comprese le nervature, con comparsa d’ erosioni anche sugli steli. Le femmine depongono le uova sulla pagina inferiore delle foglie.
Un coleottero, lo Stegobium paniceum, le cui larve vivono su numerosi substrati del pane, delle piante, delle spezie, causando danni ai capolini conservati della camomilla. I rischi possono essere contenuti con opportuna disinfestazione preventiva dei locali di conservazione.