Malva

Malva sylvestris L.

Fam. Malvaceae 

Descrizione

La malva è una pianta perenne, raramente  annuale, con radice a fittone biancastra e carnosa, fusto eretto alto anche oltre un metro, ramificato. Le foglie sono picciolate, palminervie, tomentose, mentre i fiori, con un diametro fino a 10 cm, sono inseriti, solitari,  all’ascella delle foglie superiori, di colore variabile dal rosa al viola e fioriscono durante la stagione estiva. Il frutto è un poliachenio. La malva è originaria dell’Europa e dell’Asia occidentale, in Italia è molto comune e cresce spontanea su tutta la penisola.

Proprietà e  impieghi

La malva ha proprietà emollienti, antinfiammatorie, lenitive e lassative; trova impiego in cosmetica e in erboristeria. Per uso interno si usano le foglie e i fiori, sotto forma di tisane, nelle malattie da raffreddamento e nelle infiammazioni orofaringee. Per uso esterno l’applicazione più comune è quella di fare gargarismi per  mal di gola, stomatiti, ascessi dentari, in clisteri nelle infiammazioni intestinali, e in affezioni ginecologiche.

Tecniche colturali

Terreno e ambiente
La coltura della malva rimane normalmente in campo per due anni ed è considerata, nell’ambito degli avvicendamenti, una coltura sarchiata; si adatta a quasi tutti i tipi di terreno, prediligendo quelli freschi, sciolti, ben dotati di sostanza organica. Cresce facilmente in tutte le zone a clima mite; si  sconsigliano i terreni troppo pesanti, quelli aridi o eccessivamente umidi.

Propagazione
I nuovi impianti si possono fare mediante semina o per divisione del cespo; la via di propagazione più conveniente è quella gamica. Si può operare mediante semina diretta in campo, nei mesi di aprile-maggio.  La semina può anche essere fatta  in semenzaio o in contenitori  alveolari all’interno di serre riscaldate nei mesi di gennaio-febbraio, eseguendo il trapianto quando le piantine sono sufficientemente sviluppate e, comunque, non prima della fine di marzo-inizio di aprile. Il trapianto e la semina possono essere eseguiti facilmente, rispettivamente con l’impiego di macchine trapiantatrici o con seminatrici. Subito dopo il trapianto, nelle settimane successive, sono consigliate alcune irrigazioni per ridurre o evitare la crisi di trapianto. Dalla semina al trapianto intercorrono mediamente 60 giorni. Solo per l’impianto di piccolissime parcelle è possibile ricorre alla divisione di cespo, da effettuarsi a fine inverno-inizio primavera.

Sesti di impianto
 La densità ottimale per la produzione di foglie è di 10 piante a m2, per la produzione di fiori la densità si può ridurre a 7-8 piante per m2. Il peso di 1.000 semi è di 2 grammi circa;per la semina diretta in pieno campo servono 4-5 kg di seme per ettaro, mentre  in semenzaio si utilizza 1 grammo di seme per m2. Il sesto di impianto adottato è di 20-30 cm lungo la  fila e di 60-70 cm fra le fila;è    possibile allargare le distanze fra le fila arrivando ad 80-90 cm nell’interfila e 20 cm lungo la fila per facilitare le operazioni di sarchiatura o di fresatura a macchina.

Fertilizzazione
La malva è una pianta molto esigente in quanto a sostanza organica, è perciò importante dotare il terreno, al momento delle lavorazioni principali, di letame in quantità di 350-400 q/ha. L’apporto di azoto potrà avvenire dopo ogni sfalcio per stimolare la vegetazione. Un quantitativo troppo elevato di azoto può portare ad una eccessiva vigoria a scapito della produzione dei fiori. Si possono considerare sufficienti 80-100 unità ad ettaro di fosforo e potassio, 70-80 unità ettaro di azoto per la produzione dei fiori e di 100-120 unità per la produzione di foglie.

Cure colturali
Dopo la semina o il trapianto che dovrà avvenire su un terreno ben affinato, sarà importante eseguire almeno 3-4 sarchiature al fine di contenere le infestanti e di rompere la capillarità. La malva non richiede particolari irrigazioni, che possono essere utili nei periodi di maggiore siccità, subito dopo il trapianto e dopo ogni sfalcio; le irrigazioni a pioggia sono sconsigliate  quando la pianta è già sviluppata. L’apporto di acqua permette, in ogni caso, di facilitare il ricaccio dopo ogni sfalcio e di aumentare le rese. Un’eccessiva umidità stimola la comparsa di ruggine sulle foglie.

 

Raccolta e resa
La raccolta dei fiori si effettua al momento della fioritura nel secondo anno di vita in giugno-luglio e dopo la metà di agosto, viene effettuata manualmente, causa la scalarità di maturazione.e la produzione di fiori è di 7-10 q/ha. Se la coltura è indirizzata alla produzione delle foglie, l’operazione di sfalcio avviene nel momento di massimo rigoglio vegetativo, fin dal primo anno di coltivazione e possono essere eseguite due raccolte in un anno. L’operazione è meccanizzabile mediante falciatrici o falciacaricatrici semoventi o trainate. La resa in massa verde varia fra i 100 e i 130 q/ha; la resa in foglia secca si riduce di 1/3 aggirandosi sui 30-40 q/ha.

Avversità

Il patogeno più frequente nelle nostre zone   è la Puccinia malvaceearum Mont. che genera la ruggine sulle foglie; sempre a carico dell’apparato fogliare si trova la Phyllosticta destructiva Desm., l’Ascochyta malvicola Sacc. e la Septoria heterochroa Desm.. Frequente è l’antracnosi, causata dal Colletotrichum malvarum (A.Br. et.Casp) Santhw. Sono pure frequenti sulle foglie e sugli apici, afidi quali Aphis rhamni B.d.F., Myzus persicae Sulz, Eupteryx atropunctata Geoze mentre un lepidottero, il Platyedra malvella Hb, causa l’erosione dei lembi fogliari.. Alcuni coleotteri, quali Apion aeneum, A. radiolum Kir., Podagrica malvae, Podagrica fuscicornis L. e Lixus algirus L.,  danneggiano, adulti, le foglie e i fiori, mentre le larve si nutrono dei fusti e delle radici scavandovi delle gallerie. Sulla malva vive un insetto, l’Oxycarenus lavaterae Fabricius, le cui neanidi pungono foglie, steli, fiori e semi non ancora maturi provocando la comparsa di tacche necrotiche, l’aborto dei fiori, l’avvizzimento dei semi, il nanismo e l’affastellamento della vegetazione