Melissa

Melissa officinalis L. 

Fam. Labiatae

Descrizione

La melissa, nota con il nome di Cedronella o Erba Limona, è una pianta erbacea, perenne, alta da 40 cm a 1 m , spontanea e spesso coltivata. Le foglie sono picciolate e provviste di pochi peli, di colore verde chiaro sopra e glauche nella pagine inferiore, con odore gradevole di limone e sapore leggermente amaro, aromatico, piccante. I fiori sono raggruppati in glomeruli nella sommità della pianta, di color bianco-giallo all’inizio e leggermente screziati rosa in seguito.  Melissa officinalis si distingue dalla Melissa varietà romana per l’odore non gradevole e per la foglia molto pelosa. Dalla melissa è nata anche un ibrido: la Melissa aurea. Le foglie contengono una essenza la cui azione dapprima è debolmente eccitante e poi calmante. Il frutto è un achenio, il seme è piccolo e di colore scuro. Non possiamo non porre in evidenza l’importanza di questa  pianta apparentemente modesta, che è conosciuta fin dagli antichi tempi, ha fornito ottimi rimedi per l’uomo, quali la famosa “Acqua dei Carmelitani” e l’insuperabile “Spirito di Melissa”. I fiori della melissa sono visitati moltissimo dalle api per la loro ricchezza di nettare e polline.

 Proprietà ed impieghi.

Alla melissa sono attribuite numerosissime proprietà: antispastiche, sedative, carminative, coleretiche, eupeptiche, stomachiche, toniche, emmenagoghe, diaforetiche, colagoghe, stimolanti, antiasmatiche, cicatrizzanti, antibatteriche. Trova impiego nell’industria cosmetica, alimentare e liquoristica, in farmaceutica, in erboristeria. I preparati a base di melissa sono utilizzati per i disturbi gastrointestinali di origine nervosa, flatulenza, spasmi viscerali, nelle emicranie, nei disturbi del sonno. Trova impiego nelle affezioni reumatiche e nelle nevralgie, serve per purificare e decongestionare la pelle irritata. Dalla pianta verde si ricava per distillazione, con rese estremamente basse,  l’olio essenziale, utilizzato per la preparazione di bibite e liquori.  Nel passato la melissa veniva somministrata sotto forma di alcoolato, che costituiva la nota medicina popolare “Acqua delle Carmelitane”.

Tecnica colturale

Terreno ed ambiente
E’ una pianta spontanea , ovunque facilmente coltivabile. Predilige terreni profondi, freschi, fertili e con esposizione a mezz’ombra, cresce facilmente in vari ambienti, fatta eccezione per i terreni eccessivamente  siccitosi  e quelli in cui  si ha ristagno delle acque.

Propagazione
La melissa si propaga per seme e per divisione del cespo. Le semine possono essere eseguite direttamente in campo oppure in semenzaio. La prima tecnica è poco adottata in quanto la germinabilità del seme non è mai molto elevata e la semina diretta in campo richiede quantitativi di seme più elevati. In pieno campo la semina può essere eseguita in autunno o in marzo, verso l’inizio di aprile. Le giovani piantine nascono spesso scalarmene; laddove fossero troppo fitte,  occorre intervenire con un diradamento. Più diffusa è la semina in semenzaio che può essere eseguita in diversi periodi dell’anno. Per un m2 di semenzaio servono 2-2,5 g di semente dal quale si ottengono dalle 500 alle 700 piantine circa.  La semina può essere effettuata in giugno-luglio  sotto un ombrario o in inverno in locali riscaldati. Il trapianto delle piantine potrà avvenire  in autunno o in primavera inoltrata, con pane di terra; durante tutto l’inverno fino agli inizi di aprile anche  a radice nuda.
La divisione di cespo si può eseguire su piante di 2-4 anni di età. Da ogni pianta madre si ottengono 20-40 nuove piantine; si esegue quasi sempre alla fine dell’inverno, fino agli inizi di aprile. Questa tecnica è consigliata solo per piccoli impianti, in quanto troppo costosa.
Il peso di 1000 semi è di 0,5-0,6 g. La semina diretta in campo richiede quantitativi di seme variabile in funzione della densità adottata; per bassi investimenti possono essere necessari circa 2-2,5 kg/ha di seme, per alte densità d’impianto possono essere necessarie anche 4,5-5 kg di seme. Prima di ogni semina diretta in campo, è consigliato eseguire una prova di germinabilità.

Sesti d’impianto
Negli impianti di melissa  destinata alla  produzione di foglia per uso erboristico e per la produzione del seme, le piantine sono poste a distanza  di 60-75 cm fra le fila e lungo la fila  a 20- 25 cm. circa. Sono state proposte anche forme di investimento maggiori, con piante distanziate fra le fila  40-50 cm, per la distillazione del prodotto. Le foglie più ricche di olio essenziale sono quelle basali e questo tipo di investimento andrà a ridurre lo sviluppo delle stesse,  ma il maggior numero di sfalci ne aumenterà il numero.

Cure colturali
La semina diretta in campo può essere eseguita anche a macchina con seminatrici per semi minuti. Il seme cadendo ravvicinato e in abbondanza, originerà spesso  una quantità eccessiva di piantine sulla fila, che dovranno essere diradate. Le piantine eliminate col diradamento potrebbero servire per fare nuove parcelle. Necessari sono gli interventi per rinettare le infestanti, che dovranno essere eseguiti con maggior frequenza fino a quando le piante non hanno raggiunto uno sviluppo tale da chiudere le interfile. In condizioni climatiche normali si richiedono 3-4 interventi all’anno. Al momento della raccolta delle parti epigee le piante devono essere prive di erbacce, soprattutto se la melissa è raccolta meccanicamente. Dopo ogni sfalcio sono importanti l’esecuzione di una sarchiatura e di una irrigazione per stimolare il ricaccio. Le irrigazioni a pioggia sopra chioma sono consigliate solamente dopo lo sfalcio e dopo il trapianto. Nei restanti stadi vegetativi è preferibile l’esecuzione di irrigazioni sottochioma.

Fertilizzazione
Durante la lavorazione principale possono essere apportati 400 q/ha di letame maturo. L’azoto è importante per stimolare la ripresa vegetativa e potrà essere distribuito in primavera e dopo ogni sfalcio. Sono consigliati apporti complessivi di 100-120 unità ad ettaro. L’apporto di fosforo e potassio è limitato al momento dell’ultima lavorazione del terreno prima del trapianto o della semina in quantità di 80-100 unità ad ettaro. Eventuali piccoli apporti di fosforo e potassio potrebbero avvenire in primavera durante le lavorazioni.

Raccolta e resa
La raccolta si esegue facilmente a macchina mediante l’impiego di falciatrici o falciacaricatrici, preferibilmente con carico dall’alto. La melissa dovrà essere raccolta ben asciutta.   Al primo anno di vita dell’impianto si eseguono  1 o 2 sfalci al massimo, di cui il cui 1°è molto scarso ed ha il semplice scopo di facilitare l’accestimento delle piante. La coltura entra in piena produzione al secondo anno di vita e la vita media di un impianto è di 5-7 anni. Il taglio delle piante può essere eseguito raso terra in quanto gli organi deputati al ricaccio sono dislocati nella porzione di pianta subito sotto il terreno. La raccolta per l’uso erboristico e per la distillazione avviene poco prima della fioritura e possibilmente nelle ore del pomeriggio; a maturazione completa e nelle ore del mattino per la produzione di seme.
La produzione di massa verde prodotta a partire dal secondo anno di coltivazione può variare dai 160-220 q/ha ottenuti dai  due sfalci. Il calo verde secco è di  4 a 1 rimanendo in totale  30-40 q;  Il rapporto massa secca e foglia monda è di 3/1 per un totale di circa 10-12 q/ha.  Il prodotto fresco che si ricava da una coltura a prato fatta su terreni rispondenti alla pianta può essere ottenuto fin dal primo di  80 q/ha per raggiungere i  200 e oltre q/ha.
La produzione media di seme è di 5 q/ha, con punte  di 6,5 q/ha nei terreni particolarmente fertili. La produzione di seme va aumentando dal 1°  al 3° anno per stabilizzarsi nei successivi 2-3  anni.
La resa in olio essenziale può variare in funzione di  vari fattori, in particolare l’essenza di melissa aumenta con l’altitudine. Una resa indicativa può essere dello 0,01-0,03 % per foglie e sommità fiorite. La  distillazione in corrente di vapore va eseguita con attenzione per via della modesta resa. Il secondo sfalcio eseguito in agosto dimostra di contenere una maggiore quantità di essenza rispetto al primo sfalcio  fatto nel mese di giugno.

 Avversità

Fra i patogeni si ricorda L’Erisyphe spp., agente del mal bianco della menta. la Septoria melissae Desm., che si manifesta con un ingiallimento delle foglie che dall’apice si estende fino alla base del lembo. Le foglie in breve tempo disseccano e cadono. Quando l’attacco è forte le piante vanno incontro ad un limitato accrescimento. La Puccinia menthae Pers., agente della ruggine della menta, compare già in primavera, ma l’attacco maggiore con distruzione delle foglie avviene in estate. Il microrganismo sverna come micelio o come teleutospora nelle vecchie piante. La Phleospora melissae Desm. Paris compare alla fine dell’estate arrecando danni alle sommità fiorite; i sintomi sono macchie fogliari piccole, numerose, prima gialle poi brune sulla pagina superiore. Le foglie colpite prima si decolorano poi si accartocciano e quindi si seccano cadendo a terra Tra gli insetti sono da ricordare alcuni coleotteri il Cryptocephalus ocellatus Drap., e il Cassida viridis L. con danni, delle larve e degli insetti, alle foglie per erosione della pagina inferiore e successiva formazione di fori; il Oeacanthus pellucens Scop. che provoca erosioni sulle foglie e sui fusti più teneri in seguito alla ovodeposizione.